In quel tempo. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono dal Signore Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.
Catechesi di padre Massimo di Lunedì 01 luglio 2024 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 8, 34-39.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi consegneranno ai sinedri, sarete percossi nelle sinagoghe e comparirete davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro. Ma prima è necessario che il Vangelo sia proclamato a tutte le nazioni. E quando vi condurranno via per consegnarvi, non preoccupatevi prima di quello che direte, ma dite ciò che in quell’ora vi sarà dato: perché non siete voi a parlare, ma lo Spirito Santo. Il fratello farà morire il fratello, il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
Catechesi di padre Massimo di Giovedì 15 febbraio 2024 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 13, 9b-13.
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù partiva da Gerico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timeo, Bartimeo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». Egli, gettato via il suo mantello, balzò in piedi e venne da Gesù. Allora Gesù gli disse: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». E il cieco gli rispose: «Rabbunì, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Va’, la tua fede ti ha salvato». E subito vide di nuovo e lo seguiva lungo la strada.
Catechesi di padre Massimo di Martedì 06 febbraio 2024 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 10, 46b-52.
In quel tempo. Mentre il Signore Gesù si avvicinava a Gerico, un cieco era seduto lungo la strada a mendicare. Sentendo passare la gente, domandò che cosa accadesse. Gli annunciarono: «Passa Gesù, il Nazareno!». Allora gridò dicendo: «Gesù, figlio di Davide, abbi pietà di me!». Quelli che camminavano avanti lo rimproveravano perché tacesse; ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù allora si fermò e ordinò che lo conducessero da lui. Quando fu vicino, gli domandò: «Che cosa vuoi che io faccia per te?». Egli rispose: «Signore, che io veda di nuovo!». E Gesù gli disse: «Abbi di nuovo la vista! La tua fede ti ha salvato». Subito ci vide di nuovo e cominciò a seguirlo glorificando Dio. E tutto il popolo, vedendo, diede lode a Dio.
Catechesi di padre Massimo di Martedì 26 settembre 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 18, 35-43.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».
Catechesi di padre Massimo di Giovedì 14 settembre 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Giovanni 3, 13-17.
In quel tempo. Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nelle campagne. La gente uscì per vedere l’accaduto e, quando arrivarono dal Signore Gesù, trovarono l’uomo dal quale erano usciti i demòni, vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù, ed ebbero paura. Quelli che avevano visto riferirono come l’indemoniato era stato salvato. Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Egli, salito su una barca, tornò indietro. L’uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ha fatto per te». E quello se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù aveva fatto per lui.
Catechesi di padre Massimo di Lunedi 10 luglio 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 8, 34-39.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Nicodèmo: «Dio ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui. Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno amato più le tenebre che la luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce, e non viene alla luce perché le sue opere non vengano riprovate. Invece chi fa la verità viene verso la luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio».
Catechesi di padre Massimo di Domenica 18 giugno 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Giovanni 3, 16-21
Buongiorno a tutti carissimi amici,
oggi è venerdì 2 giugno
Lettura del Vangelo secondo Matteo 10, 18-22
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».
(Trascrizione della catechesi)
La lettura del Vangelo di Matteo potrebbe indurci a pensieri che purtroppo sono stati fatti: pensieri un po’ cupi! Pensieri che ci mettono dalla parte delle persone perseguitate, naturalmente perseguitate da tutti! E noi poveri, che siamo umiliati e schiacciati dai cattivi!
Ci vuole poco a capire che questa non può essere una lettura felice del Vangelo, però nello stesso tempo bisogna anche rendersi conto che quando si dice “a causa del mio Nome”, Gesù vuole dire che tutti rientriamo dentro questa “causa del Suo Nome”: chi sceglie Gesù, chi sceglie la fede in Gesù Cristo, sceglie anche il destino di Gesù Cristo.
E il destino di Gesù Cristo è l’essere figlio di Dio, ma proprio l’essere figlio di Dio, l’appartenenza a Dio come figlio vuole dire anche spesso incontrare delle difficoltà. E la paternità che Gesù ha sperimentato vuole farla sperimentare anche a noi.
Ora questa paternità non si comprende quando tutto va bene: quando tutto va bene, noi non ci rendiamo conto neppure di chi siamo figli! Ma quando appunto le cose cominciano ad andare male, quando cadono le condizioni che fanno dire: “tu sei un figlio fortunato, sei un uomo fortunato, tu hai questo e questo e quello”, quando tutto diventa avverso, quando le prove aumentano, quando le malattie, le ingiustizie, le inimicizie aumentano, ecco che il Vangelo ci dice: vedete che in quel momento voi potete sperimentare di essere figli del Padre, in quel momento voi potete veramente fare esperienza del Padre!
E ci da dei suggerimenti: innanzitutto non cercate di difendervi con la vostra furbizia arrangiandovi da soli! Sì, non diventate troppo furbi, dicendo “adesso la faccio franca, io sono più intelligente, più furbo”, perché se tu ti difendi da solo, è come se tu volessi salvarti la vita da solo! Ma se tu non ti fidi, se tu vuoi salvarti da solo, vuole dire che non hai nessuna fiducia nel Padre tuo, che agisce sì nel segreto e che agisce però anche nella storia, segretamente. Quindi se tu fai il più furbo, senti il bisogno di organizzarti da solo, di avere degli avvocati umani, il più delle volte tu dimentichi che sei figlio di Dio, dimentichi che il Padre è lì, che ti dona lo Spirito Santo, che ti dice che cosa devi dire, ti dice come difenderti. Te lo dice nel profondo del cuore, te lo dice come lo ha detto a Gesù! Qualcuno potrebbe dire: “eh sì, bel modo! Ce lo dice come lo ha detto a Gesù e Gesù è morto sulla croce, quindi il suo modo di difendersi non ha funzionato!” In realtà noi sappiamo – questo è il paradosso del Vangelo – che Gesù è stato guidato dallo Spirito Santo nell’accogliere, accettare quella forma di umiliazione! È stato lo Spirito Santo che ha portato Gesù a quella testimonianza altissima, dove Lui non si è difeso secondo il mondo, ma lo Spirito Santo lo ha custodito, lo ha protetto, lo ha fatto diventare come uno scudo, anche se vulnerabilissimo!
Essere vulnerabili, essere attaccabili non vuole dire che lo Spirito ha abbandonato la nostra persona, ma come dice il Vangelo di oggi: aspettate a difendervi umanamente, sarà lo Spirito Santo a farlo, vi metterà le parole in bocca al momento giusto, non vi difendete in modo preventivo, non alzate le mura per non farvi toccare da nessuno! E poi siate perseveranti, ma non aspettate il cedimento dell’altro, non siate furbi, non siate perseveranti nel senso che prima o poi farà il colpo geniale e vincerai tu.
No, aspetta, perché aspettando tu ti accorgerai di come il Signore è fedele così come Gesù ha aspettato, ha avuto fiducia.
“È bene per noi aspettare in silenzio” diceva il profeta Malachia
Così Gesù come una pecora che è stata tosata, non ha aperto bocca, si è lasciato umiliare, si è lasciato bastonare, picchiare sulla testa, incoronare di spine, fino alla fine, fino alla morte ignominiosa…. eppure la sua fiducia non è crollata, è morto con la fiducia. Nel silenzio, lo Spirito lo ha portato ad essere un agnello immolato, una pecora tosata. Non ha parlato, eppure lo Spirito Santo ha parlato tantissimo, proprio lasciandolo muto. Nel suo essere muto fino alla morte, Gesù ha parlato! Nello Spirito Santo, è l’Agnello immolato, è il Signore che vince la violenza con l’umiltà e la debolezza. Lo Spirito Santo ci ha fatto vedere che Dio vince nella debolezza della carne!
Lode e onore a Te Signore Gesù che ci inviti ad essere fedeli, a non avere paura, ad essere perseveranti, non per dimostrare che siamo più forti, ma perché Dio possa veramente manifestarsi nella Sua potenza proprio quando la natura, le nature, la debolezza vorrebbero avere l’ultima parola, ma proprio nella debolezza la potenza di Dio si manifesta e testimonia al mondo che siamo destinati all’eternità!
Catechesi di padre Massimo di Venerdì 02 giugno 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 10, 18-22.
In quel tempo. Apparendo agli Undici, il Signore Gesù disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demòni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Catechesi di padre Massimo di martedì 14 febbraio 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 16, 15-20.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «In verità io vi dico: difficilmente un ricco entrerà nel regno dei cieli. Ve lo ripeto: è più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio». A queste parole i discepoli rimasero molto stupiti e dicevano: «Allora, chi può essere salvato?». Gesù li guardò e disse: «Questo è impossibile agli uomini, ma a Dio tutto è possibile». Allora Pietro gli rispose: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito; che cosa dunque ne avremo?». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: voi che mi avete seguito, quando il Figlio dell’uomo sarà seduto sul trono della sua gloria, alla rigenerazione del mondo, siederete anche voi su dodici troni a giudicare le dodici tribù d’Israele. Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome, riceverà cento volte tanto e avrà in eredità la vita eterna. Molti dei primi saranno ultimi e molti degli ultimi saranno primi».
Catechesi di padre Massimo di Martedì 06 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 19, 23-30.
In quel tempo. La gente, visto il segno che il Signore Gesù aveva compiuto, diceva: «Questi è davvero il profeta, colui che viene nel mondo!». Ma Gesù, sapendo che venivano a prenderlo per farlo re, si ritirò di nuovo sul monte, lui da solo. Venuta intanto la sera, i suoi discepoli scesero al mare, salirono in barca e si avviarono verso l’altra riva del mare in direzione di Cafàrnao. Era ormai buio e Gesù non li aveva ancora raggiunti; il mare era agitato, perché soffiava un forte vento. Dopo aver remato per circa tre o quattro miglia, videro Gesù che camminava sul mare e si avvicinava alla barca, ed ebbero paura. Ma egli disse loro: «Sono io, non abbiate paura!». Allora vollero prenderlo sulla barca, e subito la barca toccò la riva alla quale erano diretti.
Omelia di padre Massimo di Martedì 06 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Giovanni 6, 14-21 – Messa Vigiliare del 07.12.2022.