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Venerdì della settimana dopo Pentecoste

santi Marcellino e Pietro

«… fiducia nel Padre …».

Buongiorno a tutti carissimi amici,
oggi è venerdì 2 giugno

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 10, 18-22

In quel tempo. Il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Sarete condotti davanti a governatori e re per causa mia, per dare testimonianza a loro e ai pagani. Ma, quando vi consegneranno, non preoccupatevi di come o di che cosa direte, perché vi sarà dato in quell’ora ciò che dovrete dire: infatti non siete voi a parlare, ma è lo Spirito del Padre vostro che parla in voi. Il fratello farà morire il fratello e il padre il figlio, e i figli si alzeranno ad accusare i genitori e li uccideranno. Sarete odiati da tutti a causa del mio nome. Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato».

(Trascrizione della catechesi)

La lettura del Vangelo di Matteo potrebbe indurci a pensieri che purtroppo sono stati fatti: pensieri un po’ cupi! Pensieri che ci mettono dalla parte delle persone perseguitate, naturalmente perseguitate da tutti! E noi poveri, che siamo umiliati e schiacciati dai cattivi!
Ci vuole poco a capire che questa non può essere una lettura felice del Vangelo, però nello stesso tempo bisogna anche rendersi conto che quando si dice “a causa del mio Nome”, Gesù vuole dire che tutti rientriamo dentro questa “causa del Suo Nome”: chi sceglie Gesù, chi sceglie la fede in Gesù Cristo, sceglie anche il destino di Gesù Cristo.
E il destino di Gesù Cristo è l’essere figlio di Dio, ma proprio l’essere figlio di Dio, l’appartenenza a Dio come figlio vuole dire anche spesso incontrare delle difficoltà.  E la paternità che Gesù ha sperimentato vuole farla sperimentare anche a noi.
Ora questa paternità non si comprende quando tutto va bene: quando tutto va bene, noi non ci rendiamo conto neppure di chi siamo figli! Ma quando appunto le cose cominciano ad andare male, quando cadono le condizioni che fanno dire: “tu sei un figlio fortunato, sei un uomo fortunato, tu hai questo e questo e quello”, quando tutto diventa avverso, quando le prove aumentano, quando le malattie, le ingiustizie, le inimicizie aumentano, ecco che il Vangelo ci dice: vedete che in quel momento voi potete sperimentare di essere figli del Padre, in quel momento voi potete veramente fare esperienza del Padre!
E ci da dei suggerimenti: innanzitutto non cercate di difendervi con la vostra furbizia arrangiandovi da soli! Sì, non diventate troppo furbi, dicendo “adesso la faccio franca, io sono più intelligente, più furbo”, perché se tu ti difendi da solo, è come se tu volessi salvarti la vita da solo! Ma se tu non ti fidi, se tu vuoi salvarti da solo, vuole dire che non hai nessuna fiducia nel Padre tuo, che agisce sì nel segreto e che agisce però anche nella storia, segretamente. Quindi se tu fai il più furbo, senti il bisogno di organizzarti da solo, di avere degli avvocati umani, il più delle volte tu dimentichi che sei figlio di Dio, dimentichi che il Padre è lì, che ti dona lo Spirito Santo, che ti dice che cosa devi dire,  ti dice come difenderti. Te lo dice nel profondo del cuore, te lo dice come lo ha detto a Gesù! Qualcuno potrebbe dire: “eh sì, bel modo! Ce lo dice come lo ha detto a Gesù e Gesù è morto sulla croce, quindi il suo modo di difendersi non ha funzionato!” In realtà noi sappiamo – questo è il paradosso del Vangelo – che Gesù è stato guidato dallo Spirito Santo nell’accogliere, accettare quella forma di umiliazione! È stato lo Spirito Santo che ha portato Gesù a quella testimonianza altissima, dove Lui non si è difeso secondo il mondo, ma lo Spirito Santo lo ha custodito, lo ha protetto, lo ha fatto diventare come uno scudo, anche se vulnerabilissimo!
Essere vulnerabili, essere attaccabili non vuole dire che lo Spirito ha abbandonato la nostra persona, ma come dice il Vangelo di oggi: aspettate a difendervi umanamente, sarà lo Spirito Santo a farlo, vi metterà le parole in bocca al momento giusto, non vi difendete in modo preventivo, non alzate le mura per non farvi toccare da nessuno! E poi siate perseveranti, ma non aspettate il cedimento dell’altro, non siate furbi, non siate perseveranti nel senso che prima o poi farà il colpo geniale e vincerai tu.

No, aspetta, perché aspettando tu ti accorgerai di come il Signore è fedele così come Gesù ha aspettato, ha avuto fiducia.
“È bene per noi aspettare in silenzio” diceva il profeta Malachia
Così Gesù come una pecora che è stata tosata, non ha aperto bocca, si è lasciato umiliare, si è lasciato bastonare, picchiare sulla testa, incoronare di spine, fino alla fine, fino alla morte ignominiosa…. eppure la sua fiducia non è crollata, è morto con la fiducia. Nel silenzio, lo Spirito lo ha portato ad essere un agnello immolato, una pecora tosata. Non ha parlato, eppure lo Spirito Santo ha parlato tantissimo, proprio lasciandolo muto. Nel suo essere muto fino alla morte, Gesù ha parlato! Nello Spirito Santo, è l’Agnello immolato, è il Signore che vince la violenza con l’umiltà e la debolezza. Lo Spirito Santo ci ha fatto vedere che Dio vince nella debolezza della carne!
Lode e onore a Te Signore Gesù che ci inviti ad essere fedeli, a non avere paura, ad essere perseveranti, non per dimostrare che siamo più forti, ma perché Dio possa veramente manifestarsi nella Sua potenza proprio quando la natura, le nature, la debolezza vorrebbero avere l’ultima parola, ma proprio nella debolezza la potenza di Dio si manifesta e testimonia al mondo che siamo destinati all’eternità!

 Catechesi di padre  Massimo di Venerdì  02 giugno  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 10, 18-22.

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Sabato della II settimana di Quaresima

«… il mistero di Dio …».

Lettura del Vangelo secondo Marco 6, 1b-5

In quel tempo. Il Signore Gesù venne nella sua patria e i suoi discepoli lo seguirono. Giunto il sabato, si mise a insegnare nella sinagoga. E molti, ascoltando, rimanevano stupiti e dicevano: «Da dove gli vengono queste cose? E che sapienza è quella che gli è stata data? E i prodigi come quelli compiuti dalle sue mani? Non è costui il falegname, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle, non stanno qui da noi?». Ed era per loro motivo di scandalo. Ma Gesù disse loro: «Un profeta non è disprezzato se non nella sua patria, tra i suoi parenti e in casa sua». E lì non poteva compiere nessun prodigio, ma solo impose le mani a pochi malati e li guarì.

Catechesi di padre Massimo di Sabato 11 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 6, 1b-5.

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«… il Signore della vita …».

Omelia  di padre Massimo di Sabato 11 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 6, 1b-5.

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2° Sabato di Quaresima – ora sesta

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Venerdì della I settimana di Quaresima

iscrizioni in corso, per informazioni scrivere a: pellegrinaggisantarita@gmail.com  (ATTENZIONE: PRIMA DI PAGARE EFFETTUARE L’ISCRIZIONE).

«… la nostra conversione …».

Lettura del vangelo secondo Matteo 5, 20-26

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinèdrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.
Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.
Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Catechesi di padre Massimo di Venerdì 03 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Romano – Matteo 5, 20-26.

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Giovedì della I settimana di Quaresima

«… il bene incarnato …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 5, 20-26

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli. Avete inteso che fu detto agli antichi: “Non ucciderai”; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna. Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono. Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!».

Catechesi di padre Massimo di Giovedì 02 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 5, 20-26.

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«… ma io vi dico …».

Omelia di padre Massimo di Giovedì 02 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 5, 20-26.

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«… Adorazione Eucaristica …».

 


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Mercoledì della V settimana di Avvento

san Giovanni della Croce

«… relazioni nuove …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 22, 23-33

In quello stesso giorno vennero dal Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e lo interrogarono: «Maestro, Mosè disse: “Se uno muore senza figli, suo fratello ne sposerà la moglie e darà una discendenza al proprio fratello”. Ora, c’erano tra noi sette fratelli; il primo, appena sposato, morì e, non avendo discendenza, lasciò la moglie a suo fratello. Così anche il secondo, e il terzo, fino al settimo. Alla fine, dopo tutti, morì la donna. Alla risurrezione, dunque, di quale dei sette lei sarà moglie? Poiché tutti l’hanno avuta in moglie». E Gesù rispose loro: «Vi ingannate, perché non conoscete le Scritture e neppure la potenza di Dio. Alla risurrezione infatti non si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo. Quanto poi alla risurrezione dei morti, non avete letto quello che vi è stato detto da Dio: “Io sono il Dio di Abramo, il Dio di Isacco e il Dio di Giacobbe”? Non è il Dio dei morti, ma dei viventi!». La folla, udendo ciò, era stupita dal suo insegnamento.

Catechesi di padre Massimo di Mercoledì 14 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 22, 23-33.

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«… la forza della fede …».

Omelia di padre Massimo di Mercoledì 14 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 22, 23-33.

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Sabato della III settimana di Avvento

 san Francesco Saverio

«… ci ha perdonato tutto …».

Lettura del Vangelo secondo Matteo 18, 21-35

In quel tempo. Pietro si avvicinò al Signore Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».

Catechesi di padre Massimo di Sabato 03 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 18, 21-35.

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«… venite a me …».

Lettura del Vangelo secondo Matteo 11, 25-30

In quel tempo Gesù disse: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare. Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero».

Omelia di padre Massimo di Sabato 03 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Romano – Matteo 11, 25-30.

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Ora sesta – padre Massimo – 3° Sabato di Avvento – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Lettura del profeta Isaia 40, 1-11.

Lettura del profeta Isaia 40, 1-11

«Consolate, consolate il mio popolo – dice il vostro Dio –. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione è compiuta, la sua colpa è scontata, perché ha ricevuto dalla mano del Signore il doppio per tutti i suoi peccati». Una voce grida: «Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada per il nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata. Allora si rivelerà la gloria del Signore e tutti gli uomini insieme la vedranno, perché la bocca del Signore ha parlato». Una voce dice: «Grida», e io rispondo: «Che cosa dovrò gridare?». Ogni uomo è come l’erba e tutta la sua grazia è come un fiore del campo. Secca l’erba, il fiore appassisce quando soffia su di essi il vento del Signore. Veramente il popolo è come l’erba. Secca l’erba, appassisce il fiore, ma la parola del nostro Dio dura per sempre. Sali su un alto monte, tu che annunci liete notizie a Sion! Alza la tua voce con forza, tu che annunci liete notizie a Gerusalemme. Alza la voce, non temere; annuncia alle città di Giuda: «Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore Dio viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede. Come un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri».

 


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Mercoledì della settimana della V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

suor Faustina Kowalska

«… il Dio dei viventi …».

 Lettura del Vangelo secondo Luca 20, 27-40

In quel tempo. Si avvicinarono al Signore Gesù alcuni sadducei – i quali dicono che non c’è risurrezione – e gli posero questa domanda: «Maestro, Mosè ci ha prescritto: “Se muore il fratello di qualcuno che ha moglie, ma è senza figli, suo fratello prenda la moglie e dia una discendenza al proprio fratello”. C’erano dunque sette fratelli: il primo, dopo aver preso moglie, morì senza figli. Allora la prese il secondo e poi il terzo e così tutti e sette morirono senza lasciare figli. Da ultimo morì anche la donna. La donna dunque, alla risurrezione, di chi sarà moglie? Poiché tutti e sette l’hanno avuta in moglie». Gesù rispose loro: «I figli di questo mondo prendono moglie e prendono marito; ma quelli che sono giudicati degni della vita futura e della risurrezione dai morti, non prendono né moglie né marito: infatti non possono più morire, perché sono uguali agli angeli e, poiché sono figli della risurrezione, sono figli di Dio. Che poi i morti risorgano, lo ha indicato anche Mosè a proposito del roveto, quando dice: “Il Signore è il Dio di Abramo, Dio di Isacco e Dio di Giacobbe”. Dio non è dei morti, ma dei viventi; perché tutti vivono per lui». Dissero allora alcuni scribi: «Maestro, hai parlato bene». E non osavano più rivolgergli alcuna domanda.

Catechesi di padre Massimo di Mercoledì 05 ottobre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 20, 27-40.

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«… conosci il mio cuore …».

Omelia di padre Massimo di Mercoledì 05 ottobre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 20, 27-40.

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Martedì della settimana della II Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

san Giovanni Crisostomo

«… il perdono …».

Lettura del Vangelo secondo Luca 17, 3b-6

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sràdicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe».

Catechesi di padre Massimo di Martedì 13 settembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 17, 3b-6.

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«… la fede più grande …».

Omelia di padre Massimo di Martedì 13 settembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 17, 3b-6.

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Martirio di san Giovanni il Precursore

«… la miseria del cuore dell’uomo …».

 Lettura del Vangelo secondo Marco 6, 17-29

In quel tempo. Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello». Per questo Erodìade lo odiava e voleva farlo uccidere, ma non poteva, perché Erode temeva Giovanni, sapendolo uomo giusto e santo, e vigilava su di lui; nell’ascoltarlo restava molto perplesso, tuttavia lo ascoltava volentieri. Venne però il giorno propizio, quando Erode, per il suo compleanno, fece un banchetto per i più alti funzionari della sua corte, gli ufficiali dell’esercito e i notabili della Galilea. Entrata la figlia della stessa Erodìade, danzò e piacque a Erode e ai commensali. Allora il re disse alla fanciulla: «Chiedimi quello che vuoi e io te lo darò». E le giurò più volte: «Qualsiasi cosa mi chiederai, te la darò, fosse anche la metà del mio regno». Ella uscì e disse alla madre: «Che cosa devo chiedere?». Quella rispose: «La testa di Giovanni il Battista». E subito, entrata di corsa dal re, fece la richiesta, dicendo: «Voglio che tu mi dia adesso, su un vassoio, la testa di Giovanni il Battista». Il re, fattosi molto triste, a motivo del giuramento e dei commensali non volle opporle un rifiuto. E subito il re mandò una guardia e ordinò che gli fosse portata la testa di Giovanni. La guardia andò, lo decapitò in prigione e ne portò la testa su un vassoio, la diede alla fanciulla e la fanciulla la diede a sua madre. I discepoli di Giovanni, saputo il fatto, vennero, ne presero il cadavere e lo posero in un sepolcro.

Catechesi di padre Massimo di Lunedì 29 agosto 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 6, 17-29.

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«… l’amico dello sposo …».

Omelia di padre Massimo di Lunedì 29 agosto 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 6, 17-29.

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Giovedì della settimana della XI Domenica dopo Pentecoste

«… la vera ricchezza …».

 Lettura del Vangelo secondo Luca 12, 13-21

In quel tempo. Uno della folla disse al Signore Gesù: «Maestro, di’ a mio fratello che divida con me l’eredità». Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». E disse loro: «Fate attenzione e tenetevi lontani da ogni cupidigia perché, anche se uno è nell’abbondanza, la sua vita non dipende da ciò che egli possiede». Poi disse loro una parabola: «La campagna di un uomo ricco aveva dato un raccolto abbondante. Egli ragionava tra sé: “Che farò, poiché non ho dove mettere i miei raccolti? Farò così – disse –: demolirò i miei magazzini e ne costruirò altri più grandi e vi raccoglierò tutto il grano e i miei beni. Poi dirò a me stesso: Anima mia, hai a disposizione molti beni, per molti anni; ripòsati, mangia, bevi e divèrtiti!”. Ma Dio gli disse: “Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita. E quello che hai preparato, di chi sarà?”. Così è di chi accumula tesori per sé e non si arricchisce presso Dio».

Catechesi di padre Massimo di Giovedì 25 agosto 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 12, 13-21.

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«… dividere, condividere, relagalare la vita …».

Omelia di padre Massimo di Giovedì 25 agosto 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 12, 13-21.

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«Adorazione Eucaristica.»

 


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