In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Catechesi di padre Massimo di Martedì 14 novembre 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 7, 21-29.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Chi è dunque l’amministratore fidato e prudente, che il padrone metterà a capo della sua servitù per dare la razione di cibo a tempo debito? Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così. Davvero io vi dico che lo metterà a capo di tutti i suoi averi. Ma se quel servo dicesse in cuor suo: “Il mio padrone tarda a venire” e cominciasse a percuotere i servi e le serve, a mangiare, a bere e a ubriacarsi, il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l’aspetta e a un’ora che non sa, lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli infedeli. Il servo che, conoscendo la volontà del padrone, non avrà disposto o agito secondo la sua volontà, riceverà molte percosse; quello invece che, non conoscendola, avrà fatto cose meritevoli di percosse, ne riceverà poche. A chiunque fu dato molto, molto sarà chiesto; a chi fu affidato molto, sarà richiesto molto di più».
Catechesi di padre Massimo di Lunedì 21 agosto 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 12, 42b-48.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Catechesi di padre Massimo di Sabato 19 agosto 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 7, 21-29.
In quel tempo, furono portati a Gesù dei bambini perché imponesse loro le mani e pregasse; ma i discepoli li rimproverarono.
Gesù però disse: «Lasciateli, non impedite che i bambini vengano a me; a chi è come loro, infatti, appartiene il regno dei cieli».
E, dopo avere imposto loro le mani, andò via di là.
Omelia di padre Massimo di Sabato 19 agosto 2023 – da La Thuile – Vangelo del rito Romano – Matteo 19, 13-15.
In quel tempo. Il Signore Gesù riprese a parlare e disse ai Giudei: «In verità, in verità io vi dico: il Figlio da se stesso non può fare nulla, se non ciò che vede fare dal Padre; quello che egli fa, anche il Figlio lo fa allo stesso modo. Il Padre infatti ama il Figlio, gli manifesta tutto quello che fa e gli manifesterà opere ancora più grandi di queste, perché voi ne siate meravigliati. Come il Padre risuscita i morti e dà la vita, così anche il Figlio dà la vita a chi egli vuole. Il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha dato ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre. Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che lo ha mandato. In verità, in verità io vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha la vita eterna e non va incontro al giudizio, ma è passato dalla morte alla vita. In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato».
Catechesi di padre Massimo di Lunedì 24 aprile 2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Giovanni 5, 19-30.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
Catechesi di padre Massimo di Sabato 11 dicembre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 21, 28-32.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».
È questo un Vangelo che stimola dei ricordi, in particolare anche quelli dell’infanzia. Ognuno ricorda la propria famiglia e anch’io ripenso alla mia: i miei genitori avevano due figli, mia sorella ed io e quando mia madre chiedeva qualche cosa, avevamo un atteggiamento diametralmente opposto. Io ero quello che subito diceva: non ho voglia! Poi però diventavo tutto rosso, perché mi vergognavo di quella risposta e alla fine facevo quello mi avevano chiesto. Mia sorella invece diceva subito sì… e poi rimaneva nel sì! Allora io non sapevo nulla del Vangelo, però mi vergognavo e questa cosa faceva sì che mi muovessi dalla mia posizione, che tornassi sulla mia decisione. Quindi non lo facevo ancora per convinzione, non lo facevo per il Vangelo o perché credevo all’Amore di Dio, ma lo facevo per convenienza. Allora io temevo di avere perso quella considerazione che mamma e papà avevano per me, avevo paura che loro perdessero quella stima per me, sapete la mamma è importante… il papà anche!
Quindi non era ancora il Vangelo a muovermi, non ero cambiato per quello, ma era l’inizio. Anche ora che ho la fortuna, la grazia di confessare, capita che quando confesso, succede che alcuni piangano dall’inizio alla fine. Nel confessare i loro peccati, piangono davanti a Dio. Io non sono Dio, ma se lo fossi direi loro in quel momento come Gesù: Va’ e non peccare più, i tuoi peccati ti sono perdonati …… Devo dire però purtroppo che questa cosa succede sempre meno, non succede più, perché non ci pentiamo più!
Non c’è più la vergogna, la vergogna può essere una cosa positiva, ma pensate che sforzo che c’è nel mondo per eliminare la vergogna, per fare sì che non ci vergogniamo più, perché i nostri ragazzi non si vergognino. Io mi vergognavo solo a guardare una ragazza, ora si vuole dire che va sempre bene tutto, ma cerchiamo invece di imparare quel pudore, quella riservatezza interiore, impariamo a non parlare sempre di noi a tutti
La vergogna è salutare perché ci muove dentro, perché fa sì che si metta in moto un processo, fa sì che ci convertiamo.
C’è qualcosa che non va, perché non piangiamo più, non ci pentiamo più, ma dobbiamo capire che il pentimento è una grazia, che le lacrime sono una grazia!
Ma perché le confessioni ora sono delle sedute psicologiche? Ci lamentiamo degli altri, diciamo che ci comportiamo così per colpa di questo, di quello, per la situazione, per come ci trattano, perché i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri bisnonni avrebbero fatto questo e quello, per come vivevano… Diamo la colpa ai nostri antenati, al nostro albero genealogico. E basta!
Ma con quanta chiarezza vediamo i peccati degli altri! E invece di vedere e di pentirci dei nostri, ci lamentiamo tutto il tempo perché questo mi ha offeso, quell’altro mi ha offeso, quel sacerdote non mi tratta come tratta gli altri.
Guardate, io non ne posso più di sentire tutti quei discorsi sulla santità e su quanto siamo spirituali. Siamo tutti tanto spirituali! Ma poi non ci pentiamo… Se ci pentissimo veramente dei nostri peccati, la confessione durerebbe un minuto! Ma io ve lo dico: c’è qualcosa che non va!
Noi che ascoltiamo tanta Parola di Dio, noi che veniamo a messa tutti i giorni, noi abbiamo un peso grandissimo sopra di noi!
Noi ascoltiamo tanta parola di Dio, ma poi non ci pentiamo e penso che non ci pentiamo, pur ascoltando tanta Parola di Dio, perché siamo come assuefatti, perché si è creato come un velo: non passa più la bellezza, l’Amore di Dio, ma ci nutriamo di generici argomenti sulla spiritualità. Diciamo: sì sì mi sono convertito dieci anni fa…
E che hai fatto in questi dieci anni? Come se la conversione fosse fatta a Lourdes o a Medjugorje…. ripeti sempre quello, hai fatto tanti digiuni … Ma la conversione è una grazia che dura tutta la vita! Non è vero che ti sei convertito dieci anni fa! Perché dico che non ti sei convertito? Perché oggi non sei convertito! Perché oggi, oggi tu non piangi per i tuoi peccati! Stai pensando ai peccati di vent’anni fa? No oggi, oggi devi sentire quanto è grande la sproporzione tra te e Dio, quanto è grande il Suo Amore, il Suo perdono!!! … Perché tu mi dici sempre che ti sei convertito vent’anni fa? Oggi devi piangere per i tuoi peccati, oggi devi vivere questa sproporzione!!
E secondo me proprio perché siamo tanto superdevoti, ci siamo assuefatti a quello a cui invece bisognerebbe non assuefarsi mai, che è la Misericordia di Dio! Se tu vivi la Misericordia di Dio, ti viene da piangere! E non ti salta in mente per niente di confrontarti con tizio o con caio! Se tu ti confronti sempre e soffri per questo, significa che la Misericordia di Dio è scivolata fuori di te, non è entrata dentro il cuore. Se entra dentro nel cuore l’Amore di Dio, è perché è quello che ci fa convertire, capite?
Ci fa convertire il fatto che Dio mi ha amato per primo, non perché sono bravo. Mi ama per primo, mi ama per primo! Questo Amore così sproporzionato di Dio… eh io mi converto perché entra nel cuore questo misura di Amore che non ha misura!!! Allora sì, io mi converto, mi pento, capite? Ho giudicato quella persona, non me ne importa niente se mi ha fatto del male, l’ho giudicata io, ho fatto più male io, non ho usato il criterio di Dio! Capite che noi andiamo in casa o andiamo in macchina ore e ore con la testa a pensare: questo mi ha fatto questo o quello mi ha fatto quest’altro…. non ci siamo! Proprio noi che veniamo a messa, non ci siamo, non ci siamo. Bisogna pentirsi! E ci si pente se si incontra l’Amore di Dio ! Allora se non ti penti, è perché non hai incontrato l’Amore di Dio e ti sei convinto di essere un bravo spirituale, che parla di Dio agli altri, ma tanto guardate: per me e per voi la prova del nove sono le lacrime sui nostri peccati, la gioia di avere incontrato un Papà buono! E io scoppio di gioia soprattutto perché ho incontrato un Papà buono ed è davanti a questo Papà buono che io mi pento dei miei peccati, mi pento e piango E state tranquilli che non avrete più tempo per avercela con gli altri se incontrate la Misericordia di Dio!
Signore grazie! Grazie! Grazie per questo Vangelo, grazie perché ci inviti alla conversione, grazie Signore Gesù! Fa’ che io mi vergogni sempre dei miei peccati, lode e onore a Te Signore Gesù!!!
«… l’amico dello sposo …».
Lettura del Vangelo secondo Giovanni 3, 23-32a
In quel tempo. Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.
Omelia di padre Massimo di Sabato 11 dicembre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Messa Vigiliare di Domenica 12 dicembre 2021 – Vangelo del rito Ambrosiano – Giovanni 3, 23-32a.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Catechesi di padre Massimo di Sabato 14 agosto 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 7, 21-29.
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Catechesi di padre Massimo di Giovedì 18 marzo 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 7, 21-29.
In quel tempo. Morto Erode, ecco, un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe in Egitto e gli disse: «Àlzati, prendi con te il bambino e sua madre e va’ nella terra d’Israele; sono morti infatti quelli che cercavano di uccidere il bambino». Egli si alzò, prese il bambino e sua madre ed entrò nella terra d’Israele. Ma, quando venne a sapere che nella Giudea regnava Archelao al posto di suo padre Erode, ebbe paura di andarvi. Avvertito poi in sogno, si ritirò nella regione della Galilea e andò ad abitare in una città chiamata Nàzaret, perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo dei profeti: «Sarà chiamato Nazareno».
Omelia di padre Massimo di Giovedì 18 marzo 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Messa Vigiliare di San Giuseppe – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 2, 19-23.
In quel tempo. Giunsero la madre e i fratelli del Signore Gesù e, stando fuori, mandarono a chiamarlo. Attorno a lui era seduta una folla, e gli dissero: «Ecco, tua madre, i tuoi fratelli e le tue sorelle stanno fuori e ti cercano». Ma egli rispose loro: «Chi è mia madre e chi sono i miei fratelli?». Girando lo sguardo su quelli che erano seduti attorno a lui, disse: «Ecco mia madre e i miei fratelli! Perché chi fa la volontà di Dio, costui per me è fratello, sorella e madre».
Catechesi di padre Massimo di Mercoledì 20 gennaio 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Marco 3, 31-35.
per vedere il video della preghiera notturna, cliccare ↓
«… la roccia …».
Lettura del Vangelo secondo Matteo 7, 21-29
In quel tempo. Il Signore Gesù diceva alle folle: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.
Catechesi di padre Massimo di Martedì 17 novembre 2020 – dalla Parrocchia S. Rita – Milano – Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 7, 21-29.
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «In verità, in verità io vi dico: viene l’ora – ed è questa – in cui i morti udranno la voce del Figlio di Dio e quelli che l’avranno ascoltata, vivranno. Come infatti il Padre ha la vita in se stesso, così ha concesso anche al Figlio di avere la vita in se stesso, e gli ha dato il potere di giudicare, perché è Figlio dell’uomo. Non meravigliatevi di questo: viene l’ora in cui tutti coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e usciranno, quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. Da me, io non posso fare nulla. Giudico secondo quello che ascolto e il mio giudizio è giusto, perché non cerco la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. Se fossi io a testimoniare di me stesso, la mia testimonianza non sarebbe vera. C’è un altro che dà testimonianza di me, e so che la testimonianza che egli dà di me è vera. Voi avete inviato dei messaggeri a Giovanni ed egli ha dato testimonianza alla verità. Io non ricevo testimonianza da un uomo; ma vi dico queste cose perché siate salvati. Egli era la lampada che arde e risplende, e voi solo per un momento avete voluto rallegrarvi alla sua luce. Io però ho una testimonianza superiore a quella di Giovanni: le opere che il Padre mi ha dato da compiere, quelle stesse opere che io sto facendo, testimoniano di me che il Padre mi ha mandato».
Catechesi di padre Massimo di Domenica 15 settembre 2019 – dalla Parrocchia S. Rita – Milano – Vangelo del Rito Ambrosiano – Giovanni 5, 25-36.