Archivi tag: vigna

Venerdì della II settimana di Quaresima

«… l’erede  …».

Lettura del vangelo secondo Matteo 21, 33-44

C’era un padrone che piantò una vigna e la circondò con una siepe, vi scavò un frantoio, vi costruì una torre, poi l’affidò a dei vignaioli e se ne andò. Quando fu il tempo dei frutti, mandò i suoi servi da quei vignaioli a ritirare il raccolto. Ma quei vignaioli presero i servi e uno lo bastonarono, l’altro lo uccisero, l’altro lo lapidarono. Di nuovo mandò altri servi più numerosi dei primi, ma quelli si comportarono nello stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: Avranno rispetto di mio figlio! Ma quei vignaioli, visto il figlio, dissero tra sé: Costui è l’erede; venite, uccidiamolo, e avremo noi l’eredità. E, presolo, lo cacciarono fuori della vigna e l’uccisero. Quando dunque verrà il padrone della vigna che farà a quei vignaioli?». Gli rispondono: «Farà morire miseramente quei malvagi e darà la vigna ad altri vignaioli che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: La pietra che i costruttori hanno scartata è diventata testata d’angolo; dal Signore è stato fatto questo ed è mirabile agli occhi nostri?
Perciò io vi dico: vi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che lo farà fruttificare.

Catechesi di padre Massimo di Venerdì 10 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Romano – Matteo 21, 33-44.

2023-03-10_Venerdi_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

«… un cuore ascoltante …».

Lettura del vangelo secondo Matteo 21, 33-43.45

In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”?
Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Omelia di padre Massimo di Venerdì 10 marzo  2023 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Romano – Matteo 21, 33-43.45.

2023-03-10_Venerdi_pMG_Omelia_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

 


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Lunedì della V settimana di Avvento

B.V. Maria di Guadalupe

«… l’erede …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 33-46

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Catechesi di padre Massimo di Lunedì 12 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 21, 33-46.

2022-12-12_Lunedi_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3


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Sabato della IV settimana di Avvento

«… il senso salvifico della chiamata …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Catechesi di padre Massimo di Sabato 10 dicembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 21, 28-32.

2022-12-10_Sabato_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3


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Lunedì della settimana della V Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

«… insegnaci a lavorare in questa vigna …».

Lettura del Vangelo secondo Luca 20, 9-19

In quel tempo. Il Signore Gesù prese a dire al popolo questa parabola: «Un uomo piantò una vigna, la diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano per molto tempo. Al momento opportuno, mandò un servo dai contadini perché gli dessero la sua parte del raccolto della vigna. Ma i contadini lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò un altro servo, ma essi bastonarono anche questo, lo insultarono e lo mandarono via a mani vuote. Ne mandò ancora un terzo, ma anche questo lo ferirono e lo cacciarono via. Disse allora il padrone della vigna: “Che cosa devo fare? Manderò mio figlio, l’amato, forse avranno rispetto per lui!”. Ma i contadini, appena lo videro, fecero tra loro questo ragionamento: “Costui è l’erede. Uccidiamolo e così l’eredità sarà nostra!”. Lo cacciarono fuori della vigna e lo uccisero. Che cosa farà dunque a costoro il padrone della vigna? Verrà, farà morire quei contadini e darà la vigna ad altri». Udito questo, dissero: «Non sia mai!». Allora egli fissò lo sguardo su di loro e disse: «Che cosa significa dunque questa parola della Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo?”. Chiunque cadrà su quella pietra si sfracellerà e colui sul quale essa cadrà verrà stritolato». In quel momento gli scribi e i capi dei sacerdoti cercarono di mettergli le mani addosso, ma ebbero paura del popolo. Avevano capito infatti che quella parabola l’aveva detta per loro.

Catechesi di padre Massimo di Lunedì 03 ottobre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 20, 9-19.

2022-10-03_Lunedi_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

«… l’ora di Gesù …».

Omelia di padre Massimo di Lunedì 03 ottobre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca 20, 9-19.

2022-10-03_Lunedi_pMG_Omelia_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3


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II Domenica dopo il Martirio di san Giovanni il Precursore

«… la rivelazione del volto di Dio …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Catechesi di padre Massimo di Domenica 11 settembre 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Matteo 21, 28-32.

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 «… il perdono di Dio …».

Lettura del Vangelo secondo Luca 15, 1-1

In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro».
Ed egli disse loro questa parabola: «Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? Quando l’ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, va a casa, chiama gli amici e i vicini e dice loro: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta”. Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.
Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: “Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto”. Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».

Omelia di padre Massimo di Domenica 11 settembre 2022 – dalla Basilica San Nicola – Tolentino –  Vangelo del rito Romano – Luca 15, 1-1.

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Sabato della settimana della II Domenica dopo l’Epifania

  san Vincenzo

Il terremoto, che nel 2016 ha colpito il Centro Italia, ha reso inagibile anche il monastero Santa Teresa delle Carmelitane Scalze di Tolentino (Macerata), costringendo le suore di clausura a trasferirsi prima a Fano e poi a Cascia, ospitate da altre comunità. L’11 dicembre 2021, con la partecipazione del  Vescovo di Macerata Mons. Nazareno Marconi, del Commissario Straordinario per la ricostruzione Giovanni Lignini, delle autorità religiose, civili e militari, c’è stata “la posa della prima pietra” per la ricostruzione di un monastero che sarà interamente antisismico. Parte di quest’opera sarà finanziata con contributi pubblici, ma non bastano, servono ancora risorse per ristrutturare la chiesa.  Per partecipare concretamente a questa iniziativa, basta fare  una donazione  attraverso la piattaforma gofund, utilizzando il seguente link: https://gofund.me/f7e6940c

«… il dono della fede …».

 Lettura del Vangelo secondo Marco 12, 1-12

In quel tempo. Il Signore Gesù si mise a parlare loro con parabole: «Un uomo piantò una vigna, la circondò con una siepe, scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Al momento opportuno mandò un servo dai contadini a ritirare da loro la sua parte del raccolto della vigna. Ma essi lo presero, lo bastonarono e lo mandarono via a mani vuote. Mandò loro di nuovo un altro servo: anche quello lo picchiarono sulla testa e lo insultarono. Ne mandò un altro, e questo lo uccisero; poi molti altri: alcuni li bastonarono, altri li uccisero. Ne aveva ancora uno, un figlio amato; lo inviò loro per ultimo, dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma quei contadini dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e l’eredità sarà nostra!”. Lo presero, lo uccisero e lo gettarono fuori della vigna. Che cosa farà dunque il padrone della vigna? Verrà e farà morire i contadini e darà la vigna ad altri. Non avete letto questa Scrittura: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi?”». E cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla; avevano capito infatti che aveva detto quella parabola contro di loro. Lo lasciarono e se ne andarono.

Catechesi di padre Massimo di Sabato 22 gennaio 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Marco 12, 1-12.

2022-01-22_Sabato_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

«… fuori dalla vigna …».

Omelia di padre Massimo di Sabato 22 gennaio 2022 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Marco 12, 1-12.

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Lunedì della V settimana di Avvento

  santa Lucia

«… insegnami a lavorare nella tua vigna …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 33-46

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti. Chi cadrà sopra questa pietra si sfracellerà; e colui sul quale essa cadrà, verrà stritolato». Udite queste parabole, i capi dei sacerdoti e i farisei capirono che parlava di loro. Cercavano di catturarlo, ma ebbero paura della folla, perché lo considerava un profeta.

Catechesi di padre Massimo di Lunedì 13 dicembre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Matteo 21, 33-46.

2021-12-13_Lunedi_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3


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Sabato della IV settimana di Avvento

san Damaso I

«… obbedienza d’amore …».

 Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

Catechesi di padre Massimo di Sabato 11 dicembre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Matteo 21, 28-32.

2021-12-11_Sabato_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

Lacrime e conversione

Padre Massimo

Lettura del Vangelo secondo Matteo 21, 28-32

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai capi dei sacerdoti ed agli anziani del popolo: «Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Si rivolse al primo e disse: “Figlio, oggi va’ a lavorare nella vigna”. Ed egli rispose: “Non ne ho voglia”. Ma poi si pentì e vi andò. Si rivolse al secondo e disse lo stesso. Ed egli rispose: “Sì, signore”. Ma non vi andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?». Risposero: «Il primo». E Gesù disse loro: «In verità io vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel regno di Dio. Giovanni infatti venne a voi sulla via della giustizia, e non gli avete creduto; i pubblicani e le prostitute invece gli hanno creduto. Voi, al contrario, avete visto queste cose, ma poi non vi siete nemmeno pentiti così da credergli».

È questo un Vangelo che stimola dei ricordi, in particolare anche quelli dell’infanzia. Ognuno ricorda la propria famiglia e anch’io ripenso alla mia: i miei genitori avevano due figli, mia sorella ed io e quando mia madre chiedeva qualche cosa, avevamo un atteggiamento diametralmente opposto. Io ero quello che subito diceva: non ho voglia! Poi però diventavo tutto rosso, perché mi vergognavo di quella risposta e alla fine facevo quello mi avevano chiesto. Mia sorella invece diceva subito sì… e poi rimaneva nel sì! Allora io non sapevo nulla del Vangelo, però mi vergognavo e questa cosa faceva sì che mi muovessi dalla mia posizione, che tornassi sulla mia decisione. Quindi non lo facevo ancora per convinzione, non lo facevo per il Vangelo o perché credevo all’Amore di Dio, ma lo facevo per convenienza. Allora io temevo di avere perso quella considerazione che mamma e papà avevano per me, avevo paura che loro perdessero quella stima per me, sapete la mamma è importante… il papà anche!
Quindi non era ancora il Vangelo a muovermi, non ero cambiato per quello, ma era l’inizio. Anche ora che ho la fortuna, la grazia di confessare, capita che quando confesso, succede che alcuni piangano dall’inizio alla fine. Nel confessare i loro peccati, piangono davanti a Dio. Io non sono Dio, ma  se lo fossi direi loro in quel momento come Gesù: Va’ e non peccare più, i tuoi peccati ti sono perdonati …… Devo dire però purtroppo che questa cosa succede sempre meno, non succede più,  perché non ci pentiamo più!
Non c’è più la vergogna, la vergogna può essere una cosa positiva, ma pensate che sforzo che c’è nel mondo per eliminare la vergogna, per fare sì che non ci vergogniamo più, perché i nostri ragazzi non si vergognino. Io mi vergognavo solo a guardare una ragazza, ora si vuole dire che va sempre bene tutto, ma cerchiamo invece di imparare quel pudore, quella riservatezza interiore, impariamo a non parlare sempre di noi a tutti
La vergogna è salutare perché ci muove dentro,   perché fa sì che si metta in moto un processo, fa sì che ci convertiamo.

C’è qualcosa che non va, perché non piangiamo più, non ci pentiamo più, ma dobbiamo capire che il pentimento è una grazia, che le lacrime sono una grazia!
Ma perché le confessioni ora sono delle sedute psicologiche? Ci lamentiamo degli altri, diciamo che ci comportiamo così per colpa di questo, di quello, per la situazione, per come ci trattano, perché i nostri genitori, i nostri nonni, i nostri bisnonni avrebbero fatto questo e quello, per come vivevano… Diamo la colpa ai nostri antenati, al nostro albero genealogico. E basta!
Ma con quanta chiarezza vediamo i peccati degli altri! E invece di vedere e di pentirci dei nostri, ci lamentiamo tutto il tempo perché questo mi ha offeso, quell’altro mi ha offeso, quel sacerdote non mi tratta come tratta gli altri.
Guardate, io non ne posso più di sentire tutti quei discorsi sulla santità e su quanto siamo spirituali. Siamo tutti tanto spirituali! Ma poi non ci pentiamo… Se ci pentissimo veramente dei nostri peccati, la confessione durerebbe un minuto! Ma io ve lo dico: c’è qualcosa che non va!
Noi che ascoltiamo tanta Parola di Dio, noi che veniamo a messa tutti i giorni, noi abbiamo un peso grandissimo sopra di noi!
Noi ascoltiamo tanta parola di Dio, ma poi non ci pentiamo e penso che non ci pentiamo, pur ascoltando tanta Parola di Dio, perché siamo come assuefatti,  perché si è creato come un velo: non passa più la bellezza, l’Amore di Dio, ma ci nutriamo di generici argomenti sulla spiritualità. Diciamo: sì sì mi sono convertito dieci anni fa…
E che hai fatto in questi dieci anni? Come se la conversione fosse fatta a Lourdes o a Medjugorje…. ripeti  sempre quello,  hai fatto tanti digiuni … Ma la conversione è una grazia che dura tutta la vita! Non è vero che ti sei convertito dieci anni fa! Perché dico che non ti sei convertito? Perché oggi non sei convertito! Perché oggi, oggi tu non piangi per i tuoi peccati! Stai pensando ai peccati di vent’anni fa? No oggi, oggi devi sentire quanto è grande la sproporzione tra te e Dio, quanto è grande il Suo Amore, il Suo perdono!!! … Perché tu mi dici sempre che ti sei convertito vent’anni fa? Oggi devi piangere per i tuoi peccati,  oggi devi vivere questa sproporzione!!
E secondo me proprio perché siamo tanto superdevoti, ci siamo assuefatti a quello a cui invece bisognerebbe non assuefarsi mai, che è la Misericordia di Dio! Se tu vivi la Misericordia di Dio, ti viene da piangere! E non ti salta in mente per niente di confrontarti con tizio o con caio! Se tu ti confronti sempre e soffri per questo, significa che la Misericordia di Dio è scivolata fuori di te, non è entrata dentro il cuore. Se entra dentro nel cuore l’Amore di Dio, è perché è quello che ci fa convertire,  capite?
Ci fa convertire il fatto che Dio mi ha amato per primo,  non perché sono bravo. Mi ama per primo, mi ama per primo! Questo Amore così sproporzionato di Dio… eh io mi converto perché entra nel cuore questo misura di Amore che non ha misura!!! Allora sì, io mi converto, mi pento, capite? Ho giudicato quella persona, non me ne importa niente se mi ha fatto del male,  l’ho giudicata io, ho fatto più male io, non ho usato il criterio di Dio! Capite che noi andiamo in casa o andiamo in macchina ore e ore con la testa a pensare: questo mi ha fatto questo o quello mi ha fatto quest’altro…. non ci siamo! Proprio noi che veniamo a messa,  non ci siamo,  non ci siamo. Bisogna pentirsi! E ci si pente se si incontra l’Amore di Dio ! Allora se non ti penti, è perché non hai incontrato l’Amore di Dio e ti sei convinto di essere un bravo spirituale, che parla di Dio agli altri, ma tanto guardate: per me e per voi la prova del nove sono le lacrime sui nostri peccati, la gioia di avere incontrato un Papà buono! E io scoppio di gioia soprattutto perché ho incontrato un Papà buono ed è davanti a questo Papà buono che io mi pento dei miei peccati, mi pento e piango E state tranquilli che non avrete più tempo per avercela con gli altri se incontrate la Misericordia di Dio!

Signore grazie! Grazie! Grazie per questo Vangelo,  grazie perché ci inviti alla conversione, grazie Signore Gesù! Fa’ che io mi vergogni sempre dei miei peccati, lode e onore a Te Signore Gesù!!!

«… l’amico dello sposo …».

Lettura del Vangelo secondo Giovanni 3, 23-32a

In quel tempo. Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché là c’era molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare. Giovanni, infatti, non era ancora stato gettato in prigione. Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo alla purificazione rituale. Andarono da Giovanni e gli dissero: «Rabbì, colui che era con te dall’altra parte del Giordano e al quale hai dato testimonianza, ecco, sta battezzando e tutti accorrono a lui». Giovanni rispose: «Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stata data dal cielo. Voi stessi mi siete testimoni che io ho detto: “Non sono io il Cristo”, ma: “Sono stato mandato avanti a lui”. Lo sposo è colui al quale appartiene la sposa; ma l’amico dello sposo, che è presente e l’ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è piena. Lui deve crescere; io, invece, diminuire». Chi viene dall’alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla secondo la terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti. Egli attesta ciò che ha visto e udito.

Omelia di padre Massimo di Sabato 11 dicembre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Messa Vigiliare di Domenica 12 dicembre 2021 – Vangelo del rito Ambrosiano –  Giovanni 3, 23-32a.

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VI Domenica dopo il martirio di san Giovanni il Precursore

«… fa piovere sui buoni e sui cattivi …».

Lettura del Vangelo secondo Matteo 20, 1-16

In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Il regno dei cieli è simile a un padrone di casa che uscì all’alba per prendere a giornata lavoratori per la sua vigna. Si accordò con loro per un denaro al giorno e li mandò nella sua vigna. Uscito poi verso le nove del mattino, ne vide altri che stavano in piazza, disoccupati, e disse loro: “Andate anche voi nella vigna; quello che è giusto ve lo darò”. Ed essi andarono. Uscì di nuovo verso mezzogiorno, e verso le tre, e fece altrettanto. Uscito ancora verso le cinque, ne vide altri che se ne stavano lì e disse loro: “Perché ve ne state qui tutto il giorno senza far niente?”. Gli risposero: “Perché nessuno ci ha presi a giornata”. Ed egli disse loro: “Andate anche voi nella vigna”. Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama i lavoratori e da’ loro la paga, incominciando dagli ultimi fino ai primi”. Venuti quelli delle cinque del pomeriggio, ricevettero ciascuno un denaro. Quando arrivarono i primi, pensarono che avrebbero ricevuto di più. Ma anch’essi ricevettero ciascuno un denaro. Nel ritirarlo, però, mormoravano contro il padrone dicendo: “Questi ultimi hanno lavorato un’ora soltanto e li hai trattati come noi, che abbiamo sopportato il peso della giornata e il caldo”. Ma il padrone, rispondendo a uno di loro, disse: “Amico, io non ti faccio torto. Non hai forse concordato con me per un denaro? Prendi il tuo e vattene. Ma io voglio dare anche a quest’ultimo quanto a te: non posso fare delle mie cose quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perché io sono buono?”. Così gli ultimi saranno primi e i primi, ultimi».

Catechesi di padre Massimo di Domenica 10 ottobre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Matteo 20, 1-16.

2021-10-10_Domenica_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

«… la salvezza dell’anima …».

Omelia di padre Massimo di Domenica 10 ottobre 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano –  Matteo 20, 1-16.

2021-10-10_Domenica_pMG_Omelia_dalla_ParrocchiaS_Rita_Milano.mp3


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Venerdì della settimana della XII Domenica dopo Pentecoste

Memoria di san Bernardo

«… il vignaiolo segreto …».

 Lettura del Vangelo secondo Luca 13, 6-9

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva anche questa parabola: «Un tale aveva piantato un albero di fichi nella sua vigna e venne a cercarvi frutti, ma non ne trovò. Allora disse al vignaiolo: “Ecco, sono tre anni che vengo a cercare frutti su quest’albero, ma non ne trovo. Taglialo dunque! Perché deve sfruttare il terreno?”. Ma quello gli rispose: “Padrone, lascialo ancora quest’anno, finché gli avrò zappato attorno e avrò messo il concime. Vedremo se porterà frutti per l’avvenire; se no, lo taglierai”».

Catechesi di padre Massimo di Venerdì 20 agosto 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca  13, 6-9.

2021-08-20_Venerdi_pMG_Catechesi_dalla_Parrocchia_S_Rita_Milano.mp3

«… la sollecitudine del Padre, del Figlio, dello Spirito Santo …».

Omelia di padre Massimo di Venerdì 20 agosto 2021 – dalla Parrocchia Santa Rita – Milano –  Vangelo del rito Ambrosiano – Luca  13, 6-9.

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